Cibo e mente
Il cibo è molto più di quello che mangiamo, è nutrimento, legame, piacere, appartenenza e ricordo.
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Talvolta però il cibo può divenire una droga. Un pensiero fisso e costante, un nemico da combattere.
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Le sofferenze relative alla relazione con il cibo sono caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione/ansia per il peso e per le forme del corpo.
Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile.
Distinguiamo tre principali sofferenze alimentari:
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Anoressia nervosa (AN): è maggiormente presente nel sesso femminile, è connotata da: intenso timore di acquistare peso; alterazione dell'immagine corporea; amenorrea (nel sesso femminile, in epoca post-puberale); rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale. Oltre a ciò possono associarsi altre manifestazioni: disagio nel mangiare in pubblico; sentimenti di inadeguatezza; bisogno di tenere sotto controllo l'ambiente circostante; ridotta spontaneità nei rapporti interpersonali e perfezionismo. Nella fase iniziale della sofferenza, propriamente definita Luna di Miele, la persona con anoressia appare euforica, felice e spensierata. Il cibo viene vissuto come un nemico da combattere: da qui la distinzione tra Anoressia Nervosa con restrizioni, che prevede dieta, digiuno ed attività fisica, e Anoressia Nervosa con abbuffate e condotte di eliminazione (“purging”; vomito autoindotto, lassativi, diuretivi).
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Bulimia nervosa (BN): dal greco boulimía (bôus-limós) significa letteralmente 'fame da bue', è data da un insieme di abitudini dietetiche anomale che si concretizzano nell’ingestione occasionale, compulsiva e di nascosto di grandi quantità di cibo (in genere grasso e calorico), a cui fa seguito un profondo senso di colpa che giustifica il riscorso a condotte di "neutralizzazione" di quanto ingerito, come il vomito autoindotto, l’abuso di lassativi e diuretici, il ritorno ad una dieta particolarmente restrittiva e l'esercizio fisico strenuo.
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Alimentazione incontrollata (binge eating disorder, BED): caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate, con una sensazione di perdita di controllo. Non è seguita da comportamenti compensatori inadeguati, come il vomito autoindotto o l'abuso di lassativi. Vi è un forte senso di colpa, frustrazione, tristezza, isolamento e vergogna.
Quando la relazione con il cibo è cosi sofferente viene sconvolta la routine di vita e vengono limitate le capacità relazionali, lavorative e sociali.
Tutto ruota attorno solo attorno al cibo, alla paura di ingrassare e alla paura di essere giudicati.
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Tutto ciò che prima sembrava banale ora diventa difficile e motivo di ansia, come per es. andare in pizzeria o al ristorante con gli amici, partecipare ad un compleanno o ad un matrimonio.
Una caratteristica quasi sempre presente è l’alterazione dell’immagine corporea, cioè la percezione disfunzionale che ci formiamo riguardo l’idea del nostro corpo e delle sue forme. Tale percezione è capace di influenzare in negativo la nostra vita più dell’immagine reale.
Alla base di tutto ciò vi è una costellazione di sofferenze emotive come per es. una scarsa stima di sè, poco amore per la propria persona, autostima influenzata dalla forma fisica, tendenza a sacrificarsi per gli altri, tristezza, colpa, ansia sociale/paura del giudizio, solitudine e vergogna. La dieta è una delle poche fonti di fiducia in sé e soddisfazione.
CONSIGLI PER TE CHE HAI IN MENTE SEMPRE IL CIBO, PER TE CHE DETESTI IL TUO CORPO:
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NON VERGOGNARTI di te, tu non sei il disturbo, non sei la paura, sei oltre.
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Sei una persona che ha imparato ad amarsi solo attraverso le lenti del perfezionismo corporeo.
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Noi rimanere intrappolata nel perfezionismo, è solo una galera.
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Prendi in mano la tua vita.
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La psicoterapia ti permetterà di guardarti allo specchio e piacerti, di amarti senza se e senza ma e di avere una relazione pacifica con il cibo.